La stretta correlazione della violenza sugli animali e sugli uomini


 "Chi è crudele con gli animali non può essere buono con gli uomini" diceva il filosofo Arthur Schopenhauer   

Il concetto di violenza è strettamente legato al concetto di sofferenza ma, a differenza degli altri esseri viventi, gli umani possono decidere in piena consapevolezza se causare sofferenza o no.

Un cavallo in un macello, un gatto sottoposto a esperimenti scientifici, un cane torturato da un adolescente violento, uno scimpanzé sottoposto a stress fisico e psicologico per divertire la gente in un circo non sono diversi dalle vittime civili di una guerra etnica, dai bambini sfruttati dal lavoro.

Il concetto di violenza è ovviamente correlato al suo opposto, cioè il concetto di rispetto. Il rispetto -sia per le persone sia per gli animali - si può ottenere solo tramite un processo di identificazione e di empatia e con la consapevolezza del  destino comune che animali umani e non-umani condividono, oggi più che mai, in un pianeta a costante rischio di catastrofi nucleari o ecologiche. La violenza, nella maggior parte dei casi, è la conseguenza di un atteggiamento culturale generale e, in un modo o nell’altro, investe l’intera sfera affettiva e cognitiva degli esseri umani, anche se qualche volta sembra indirizzarsi esclusivamente verso ambienti specifici o specifici individui.

Un maggior rispetto nei confronti degli animali, da parte di bambini, adolescenti e adulti, può essere raggiunto solo con lo sviluppo di sentimenti d’identificazione e di empatia.

Dunque, arriviamo alla domanda. La crudeltà sugli animali conduce alla crudeltà sulle persone? 
Le ricerche confermano la forte correlazione esistente tra al violenza contro gli animali e la violenza contro gli umani. Se l’importanza degli episodi di violenza sugli animali come indicatori di relazioni familiari disturbate e campanello d’allarme per futuri comportamenti aggressivi nei confronti di umani è ormai assodata, non possiamo neanche ignorare come la violenza verso gli animali scaturisca dalle medesime cause della violenza verso gli umani e perciò l’abuso di animali nell’infanzia non debba più essere considerato come una fase di passaggio.

Uno studio condotto dalla Northeastern University e dalla Massachussets Society for the Prevention of Cruelty to Animalsª ha rilevato che in un lasso di tempo di 20 anni, un gruppo di 153 persone violente con gli animali erano 5 volte più tendenti a commettere crimini violenti, 4 volte più tendenti a commettere reati contro la proprietà, e 3 volte più tendenti  a commettere reati connessi con l’uso di stupefacenti di un gruppo di  confronto composto da 153 persone non-violente con gli animali.

In uno studio condotto su detenuti per crimini violenti e su un gruppo di individui non-detenuti, non-violenti, il 25% dei detenuti ha riferito di aver inflitto nell’infanzia “crudeltà sostanziali” ad animali, mentre nessuno dei non-detenuti ha riferito  storie di violenza sugli animali. In uno studio svolto su 53 famiglie in terapia psicologica per episodi di abuso di minori, il 60% aveva abusato anche di animali e nei due terzi dei casi, il genitore che abusava aveva anche ucciso o ferito gli animali domestici per ottenere il controllo totale sul bambino. In un terzo dei casi, i bambini avevano abusato degli animali, usandoli come “capri espiatori” per la propria ira. 

La ricerca inoltre indica che i ragazzi crudeli con gli animali possono diventare aggressivi nei confronti degli umani.
I bambini cresciuti in un clima di intensa coercizione possono imitare lo stesso comportamento con animali e persone. I bambini imparano i comportamenti crudeli dagli adulti e possono riprodurli sugli animali. I bambini abusano degli animali per scaricare l’aggressività che provano verso gli adulti che abusano di loro, anche in seguito a traumi psicologici.

Che cosa possiamo fare tutti? 
1 Riferire gli episodi di violenza. Incoraggiare i legislatori, i magistrati, i veterinari e le guardie zoofile, i medici, gli assistenti sociali, gli educatori e i religiosi ad approfondire la conoscenza della connessione esistente tra crudeltà verso gli animali e violenza familiare.
2 Esercitare il ruolo di genitori in modo positivo, senza affidarsi alle punizioni corporali.
3 Discutere e contrastare l’esaltazione della violenza negli sport, nei media e nei divertimenti.

Che cosa possono fare le istituzioni?  
1 Istituire una struttura per studiare il legame tra violenza sulle persone violenza sugli animali.
2 Preparare dei professionisti. Studiare dei protocolli per la cura di coloro che si dimostrano violenti con animali e umani.
3 Ideare campagne di sensibilizzazione pubblica.
4 Diffondere, presso l'opinione pubblica, gli educatori, i genitori e i bambini stessi, il deciso e forte messaggio che l'insegnamento della cultura del rispetto verso tutte le creature viventi - umane e non-umane - è un investimento fondamentale per il futuro di tutti.


ª Fonte dati : American Humane Association, rete composta da cittadini e associazioni fondata nel 1877.