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30 Apr
30Apr

Mentre si cerca di divulgare i principi della corretta convivenza uomo animale, mentre si spendono soldi in campagne nazionali per le adozioni consapevoli e il rispetto degli animali, nascono nuove mode e mode è il termine più gentile per definire questa pratica.
Nelle palestre entrano i cuccioli! L’inizio sembra coinvolgente, divertente e puccioso!
Ma c’è sempre un “ma”.

Grazie ad un’inchiesta realizzata da Sam Leader, Daniel Hewit e Imogen Barrer sono stati smascherati tutti i retroscena di questa trovata:

Il problema legato all’età
Nelle sessioni di puppy yoga, i cuccioli hanno solo poche settimane, mentre per legge, dovrebbero stare con la madre almeno per i primi due mesi. Questo comporta un problema dal punto di vista sanitario  perché i cuccioli non hanno terminato né la profilassi vaccinale, e sono particolarmente fragili a livello immunitario. Ancora, dal punto di vista del benessere cognitivo - comportamentale la separazione dalla madre prima dei due tre mesi, è causa di numerosi problemi.

La provenienza
I cani utilizzati nel puppy yoga provengono da allevamenti di cani di razza che spesso usano queste sessioni di “yoga” come vetrina per pubblicizzare i cuccioli, prima della vendita.

Il possibile maltrattamento
Secondo l'indagine, i cuccioli vengono utilizzati per molte ore al giorno; è possibile che vengano privati dell'acqua e del cibo per evitare di sporcare e vengano privati del sonno. Parliamo di bisogni fondamentali per il benessere di qualsiasi animale.
Durante le pause tra una lezione e l’altra restano chiusi in un trasportino o in una stanza, sfruttati, usati e rimessi da parte come fossero un attrezzo da palestra.

Non è socializzazione
Spesso gli allevatori coinvolti nel puppy yoga giustificano l’utilizzo dei cuccioli affermando che serve per la socializzazione, ma in realtà questa deve essere graduale e rispettosa delle caratteristiche etologiche dei cuccioli e non è fatta di assalti di gruppi di sconosciuti che non rispettano i loro tempi e le loro necessità. Il rischio è proprio quello di creare fobie e danni comportamentali nei cani utilizzati in questa pratica, proprio per l’assenza di un protocollo che ne tuteli il benessere. Basti pensare che nelle sessioni di puppy yoga non ci sono esperti di etologia, cinofilia o comportamento animale.

La verità, ancora una volta, i cuccioli non possono essere merce, marketing, oggetti di intrattenimento e utilizzati come attrattiva. Spacciare tutto ciò come momento di relax per chi ama gli animali, afferrare cuccioli che scappano e costringerli alla sequela di selfie per i social è davvero deprecabile.

Non è pet therapy e nemmeno campagna adozioni
E’ palese come si tratti di una moda, una trovata commerciale.
i cuccioli sono utilizzati semplicemente a fini di lucro (e non per favorirne le adozioni, come spesso dichiarato), riducendo gli animali a una semplice attrazione per i clienti. Nelle sessioni di puppy yoga in cui i cuccioli sono disponibili per l'adozione si possono generare casi di adozioni impulsive quindi non ponderate con tutte le conseguenze che conosciamo.

Interviene il Ministero della Salute
Ma la notizia positiva c’è. Dopo tante segnalazioni interviene il Ministero della Salute con una nota interna 
del 24 aprile 2024: “Tale attività (...) rientra nell’ambito delle Attività Assistite con gli Animali (AAA) regolamentate dall’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, recante “Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA)”. L’Accordo stabilisce, in Allegato A capitolo 8, che gli animali coinvolti in IAA siano soggetti adulti, condizione necessaria a tutelare la salute e il benessere degli animali oltre che la sicurezza dell’utenza”.   Dunque il Puppy Yoga non può utilizzare cuccioli. Speriamo che sia finita così.

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